Cannova Gianfranco Tangenti e Rifiuti La
Regione Nel Processo Grande Assente
CANNOVA
ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE CANNOVA ARCHITETTO GIANFRANCO 7485 11 10308 11
ORDINANZA-CANNOVA-PR... by Pino Ciampolillo
REGIONE, BANCOMAT DELLA
CORRUZIONE: IN UN ANNO CENTO MILIONI DI TANGENTI
Dalla pubblicità all'energia: ecco perché nell'Isola dilaga il
malaffare
di ANTONIO FRASCHILLA
TANGENTI e malaffare
per oltre 100 milioni di euro in poco più di un anno nell'isola del tesoro. Nel
mirino la Regione, che si sta rivelando sempre di più il cuore di un sistema
che garantisce truffe da capogiro tra mazzette e scarsi controlli. Seguono a
ruota Comuni e altri enti locali: complessivamente, negli ultimi sedici mesi
soltanto la Guardia di finanza ha segnalato frodi per 520 milioni e danni
erariali per 826 milioni. Rifiuti, energia, formazione, sanità, finanziamenti
Ue sono i settori più aggrediti perché bancomat perfetti per affari milionari.
"Una nuova tangentopoli, il regno della manciugghia", ha detto il
governatore Rosario Crocetta. Un malaffare che continua però a espandersi, in
particolare proprio nei corridoi dell'amministrazione regionale, con funzionari
coinvolti in indagini e vicende poco chiare tutti rimasti spesso al loro posto
nonostante annunci mediatici di rotazioni e trasferimenti, e con politici, più
che chiacchierati, che siedono in maggioranza.
Una cosa comunque è certa: i numeri forniti dal comando regionale della Guardia di finanza guidato dal generale Ignazio Gibilaro sono impressionanti e lanciano l'allarme sulla corruzione in Sicilia, che vede la Regione cuore pulsante di questo mondo nero. Basta leggere le cronache delle indagini principali in corso delle Procure dell'isola sui fondi del Ciapi utilizzati per pagare i politici, le tangenti versate da imprenditori a deputati regionali per oliare le pratiche in materia di energia, le mazzette garantite dai re dei rifiuti per avere le autorizzazioni ambientali, gli enti di formazione in mano agli onorevoli e, nel mezzo, funzionari e dipendenti pubblici corrotti, nella peggiore della ipotesi, distratti nella migliore. Mentre la politica sembra confusa e annuncia riforme su riforme senza andare al dunque: lo scenario migliore per chi vuole continuare a fare affari illeciti all'ombra di Palazzo d'Orleans e dei Comuni dell'Isola. Cioè dei siciliani.
Affari, tangenti e
lobby il sistema rifiuti nell'Isola costa un miliardo l'anno
ANTONIO FRASCHILLA
ECCO il risultato di anni di mala gestio in
un comparto chiave per la salute dei cittadini e il rispetto dell'ambiente: un
sistema di smaltimento poco compatibile e un costo che è pari a 200 euro a
siciliano, neonati compresi, contro i 190 del Lazio e i 111 euro della
Lombardia. Il tutto mentre non ci sono abbastanza impianti per la
differenziata, che non a caso vede l'Isola ultima nel Paese con meno del 10 per
cento, con conseguente rischio di condanne dell'Unione europea.
Al di là delle indagini giudiziarie, che
stanno alzando il velo su tangenti, legami pericolosi con la politica e
pressioni sull'amministrazione, e hanno portato agli arresti di due
amministratori di discariche, dell'Oikos e della Tirreno ambiente, il sistema
dei rifiuti in Sicilia dopo quasi quindici anni di cattiva gestione è adesso
quasi al collasso e non è più economicamente sostenibile. Al momento i rifiuti
siciliani per il 90 per cento finiscono in quattro discariche: oltre a quelle
citate, vanno nei siti della Sicula Trasporti e della Catanzaro. La Sicilia è
attraversata da compattatori stracolmi di rifiuti. A esempio, da Termini
Imerese i mezzi partono alla volta di Mazzarà Sant'Andrea (dove per conferire
la tariffa è di 90 euro a tonnellata) oppure a Motta San'Anastasia (102 euro a
tonnellata), compiendo più di 300 chilometri tra andata e ritorno. A Bagheria
da qualche giorno gli autocompattatori carichi di rifiuti vanno a scaricare a
Siculiana nel sito gestito dalla ditta Catanzaro Costruzioni. «Il servizio reso
a Siculiana ha un costo di 78 euro per tonnellata di rifiuto contro il costo
sostenuto per andare a scaricare a Catania di 140 euro per tonnellata», ha
detto il sindaco grillino Patrizio Cinque. In media comun- que il costo per
conferire i rifiuti nelle quattro discariche siciliane private costa 100 euro a
tonnellata.
Considerando i rifiuti prodotti ogni hanno
dai siciliani, pari a 2,5 milioni di tonnellate, e che di questi ben il 90 per
cento finisce sotto terra, il costo complessivo è di 250 milioni di euro
all'anno. A questa cifra occorre aggiungere la spesa per i 13 mila addetti al
servizio, in gran parte assunti negli anni d'oro degli Ato che, chiaramente,
hanno accumulato un miliardo di euro di debiti. Nell'Isola c'è un operatore
ogni 398 abitanti, contro l'uno ogni mille di Treviso e una media nazionale di
un addetto per 680 abitanti.
Dal 2003 è scattata una corsa folle ad
assumere personale, spesso a ridosso di tornate elettorali, e i nodi sono
venuti al pettine negli ultimi anni. Oggi questi stipendi costano circa 520
milioni di euro all'anno.
Ma le spese del sistema rifiuti siciliano
non finisco qui. A queste cifre occorre aggiungere anche il 30 per cento di
spese che va per oneri di gestione, manutenzione e acquisti di attrezzature:
altri 200 milioni di euro all'anno. Il totale fa 970 milioni di euro all'anno,
circa un miliardo. A fronte di questa mole di costi, i tributi riscossi dagli
enti locali per lo smaltimento dei rifiuti Tarsu o Tia, ammontano a 650 milioni
di euro. Quindi ogni anno il sistema accumula debiti per oltre 300 milioni di
euro: oggi tra Ato e Comuni, il debito nei confronti delle imprese pubbliche e
private che lavorano nel comparto è salito così a 1,5 miliardi di euro,
nonostante i 600 milioni di euro di fondi regionali bruciati negli ultimi anni
attraverso il cosiddetto fondo di rotazione istituito proprio per aiutare i
Comuni.
Insomma, costi elevati e una macchina
mangiasoldi perfetta. Ecco il sistema della spazzatura in Sicilia, mentre la
magistratura indaga sulle tangenti e il ruolo della politica. Nel frattempo il
piano rifiuti rimane in gran parte incompiuto: i Comuni non hanno i soldi per
avviare la differenziata e dopo la fine dell'emergenza, con annesso
commissariamento affidato alla Regione, dovrebbero essere le nuove Srr ad
investire negli impianti. Sì, ma con quali fondi? Fino a quando i rifiuti
andranno a finire solo nelle discariche? Il governo Crocetta ha dichiarato
guerra ai privati coinvolti nelle indagini e minaccia di requisire le
discariche. Ma quali sono i programmi del governo per cambiare questo sistema?
Dopo gli ultimi arresti il governo Crocetta
ha dichiarato guerra ai privati Ogni dodici mesi si accumulano debiti per
trecento milioni di euro
GLI OPERATORI
In Sicilia c'è un operatore ogni 398
abitanti Da sinistra, una discarica e Palazzo d'Orleans
APPALTI E INCHIESTE, IL RITARDO DELLA POLITICA
Salvo Toscano
Con
le indagini su discariche e fotovoltaico, gli inquirenti arrivano prima della
politica, malgrado i tanti campanelli d'allarme suonati in questi anni. Serve
un intervento deciso sulla burocrazia. Ma anche le imprese hanno qualcosa su
cui riflettere, a partire dalla "convenienza" della legalità
PALERMO
– L'ultimo annuncio in ordine di tempo risale a oggi,
quando il presidente Rosario Crocetta ha detto che sarà creata “una banca dati on line, il cui accesso
sarà riservato alle forze dell'ordine e alla magistratura, con tutte le
informazioni relative agli appalti pubblici della Regione". Ma la settimana horribilis per la Regione, con due
inchieste che hanno fatto tremare il Palazzo, quella sulle discariche e quella sul fotovoltaico, promette strascichi. Le indagini hanno svelato
presunti incroci pericolosi tra burocrazia e affari, storie di tangenti e
promiscuità – tutte, sia chiaro, ancora da dimostrare in sede giudiziaria – che
gettano più di un'ombra sulla burocrazia regionale. Storie che affondano le
proprie radici in quella matassa ingarbugliata di norme e codicilli, in quel
labirinto nel quale non perdersi, per cittadini e imprese, è pratica non
semplice, in quel pantano in cui le poche certezze fanno il gioco di disonesti
e avidi a scapito del diritto.
Colpisce, nelle cronache
di questi giorni, la corsa dei politici per piazzarsi primi nel gioco del
“l'avevo detto io”. Tanti si sono iscritti, eppure resta il fatto che fino
all'intervento della magistratura, lo status quo, per esempio sulla vicenda
delle discariche, era rimasto quasi intatto. “La Procura è arrivata a
conclusioni che la politica non ha saputo trarre: ha fatto prima delle
istituzioni politiche”, ha sintetizzato in un'intervista a
Livesicilia il deputato del Pd Anthony Barbagallo.
Eppure, i campanelli
d'allarme erano suonati abbondanti, dentro e fuori dal Palazzo. Sul fronte
delle energie alternative, ad esempio, una relazione dell'assessorato
all'Energia aveva sollevato già forti perplessità sulle procedure per
l'autorizzazione per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti
rinnovabili, dipingendo un quadro a dir poco caotico degli uffici. Quanto alla
vicenda rifiuti, basta sfogliare le collezioni dei giornali. Solo pochi mesi
fa, a marzo, era stata la Fit Cisl a chiedere maggiore trasparenza nel settore,
invitando la commissione Antimafia “a rendere pubblico subito l'esito dei
controlli antimafia sulle imprese che gestiscono le discariche in Sicilia, a
partire da quelle pubbliche guidate da politici che pertanto devono dare per
primi l'esempio”. Prima ancora c'erano state le esternazioni – con tanto di
polemiche interne alla giunta – degli assessori Nicolò Marino e Mariella Lo
Bello. Già a dicembre del 2010, sul Sole 24 Ore la Confindustria
siciliana denunciava come nell'Isola si rilasciassero autorizzazioni in materia
di protezione ambientale senza accertarsi che le aziende richiedenti avessero
le carte in regola per averle. Passava un anno, e nel settembre del 2011 lo
stesso vicepresidente degli industriali Giuseppe Catanzaro, imprenditore del
settore, tornava alla carica, parlando al Giornale di Sicilia di “resistenze di
pezzi malati di burocrazia e della politica che impediscono il cambiamento”,
denunciando ritardi nell'informatizzare le procedure e a lasciare traccia di
ciò che si è fatto. Nella stessa intervista Catanzaro lamentava: “Si spendono i
fondi europei per comperare un sistema informatico di gestione delle pratiche,
il Sivvi, di cui ad oggi non c’è alcuna applicazione”, aggiungeva
l'imprenditore.
Il Sivvi è un sistema informativo di valutazione di impatto
ambientalerealizzato da Sicilia e-Servizi e Sicilia e-innovazione con i
fondi europei, presentato in pompa magna nel giugno 2009 con una conferenza
stampa a cui presero parte tra gli altri l'allora assessore Pippo Sorbello e la
dirigente Rossana Interlandi. Doveva assicurare trasparenza nelle procedure. Lo
si è cominciato usare solo nel 2011, ma in assessorato non pare sia troppo
apprezzato, malgrado – spiega il dirigente generale del dipartimento Ambiente
Gaetano Gullo – “all'epoca vi furono spesi 900 mila euro”. La digitalizzazione,
spiega lo stesso Gullo, comunque c'è, sia attraverso Sivvi, sia per mezzo di un
software realizzato da risorse interne che permette consultando quest'indirizzo di seguire l'iter
delle pratiche su pagine excel.
Software o non software, il quadro emerso dalle ultime inchieste richiede alla politica una tempestività e una decisione nell'intervenire che fin qui non si è vista a sufficienza. E questo al di là dei proclami e dei data base da mettere a servizio degli investigatori. Servono piuttosto misure che davvero semplifichino gli iter burocratici garantendo trasparenza e criteri oggettivi e certi, interventi volti a evitare che si creino “regni” troppo lunghi negli uffici pubblici per mezzo di rotazioni mirate (che non degenerino nel caos), ogni sforzo possibile volto a evitare occasioni di contatti diretti tra uffici e ditte, e in ultimo sanzioni severe per i dipendenti infedeli, premiando invece i meritevoli e preservando questi ultimi da generalizzazioni. Insomma, occorre che la politica ristabilisca il suo primato sulla burocrazia, che da tempo ormai s'è ridotto invece alla sola attività di spartizione delle poltrone più pesanti secondo criteri di appartenenza.
Ma d'altra parte, anche per le imprese (e non solo per la politica) le inchieste di questa settimana offrono senz'altro spunti di riflessione. Un passaggio interessante dell'ordinanza è la conversazione tra due imprenditori coinvolti nell'indagine, Calogero e Giovanni Sodano. Parlando di presunte richieste di denaro da Gianfranco Cannova, il funzionario al centro dell'inchiesta, i due commentavano: “Ora il dottore (Cannova, ndr) ci racconta le solite minchiate... che vuole soldi... non dobbiamo dare più niente noi... non ci credo che Catanzaro molla una lira per... per... per avere queste discariche... neanche una lira...”. “Sì...”. “E il primo che si permette a dirgli dammi mille lire quello lo denuncia... noi troppo esagerati siamo stati...”. Un passaggio che fa riferimento al già citato vicepresidente degli industriali siciliani e che sembra dar forza alla scuola di pensiero, forse ancora minoritaria, della "legalità conveniente", per la quale - proprio come accade nei confronti degli estorsori di Cosa nostra - la denuncia alle autorità è la migliore e più efficace difesa per tenere alla larga eventuali corrotti e concussori.
Software o non software, il quadro emerso dalle ultime inchieste richiede alla politica una tempestività e una decisione nell'intervenire che fin qui non si è vista a sufficienza. E questo al di là dei proclami e dei data base da mettere a servizio degli investigatori. Servono piuttosto misure che davvero semplifichino gli iter burocratici garantendo trasparenza e criteri oggettivi e certi, interventi volti a evitare che si creino “regni” troppo lunghi negli uffici pubblici per mezzo di rotazioni mirate (che non degenerino nel caos), ogni sforzo possibile volto a evitare occasioni di contatti diretti tra uffici e ditte, e in ultimo sanzioni severe per i dipendenti infedeli, premiando invece i meritevoli e preservando questi ultimi da generalizzazioni. Insomma, occorre che la politica ristabilisca il suo primato sulla burocrazia, che da tempo ormai s'è ridotto invece alla sola attività di spartizione delle poltrone più pesanti secondo criteri di appartenenza.
Ma d'altra parte, anche per le imprese (e non solo per la politica) le inchieste di questa settimana offrono senz'altro spunti di riflessione. Un passaggio interessante dell'ordinanza è la conversazione tra due imprenditori coinvolti nell'indagine, Calogero e Giovanni Sodano. Parlando di presunte richieste di denaro da Gianfranco Cannova, il funzionario al centro dell'inchiesta, i due commentavano: “Ora il dottore (Cannova, ndr) ci racconta le solite minchiate... che vuole soldi... non dobbiamo dare più niente noi... non ci credo che Catanzaro molla una lira per... per... per avere queste discariche... neanche una lira...”. “Sì...”. “E il primo che si permette a dirgli dammi mille lire quello lo denuncia... noi troppo esagerati siamo stati...”. Un passaggio che fa riferimento al già citato vicepresidente degli industriali siciliani e che sembra dar forza alla scuola di pensiero, forse ancora minoritaria, della "legalità conveniente", per la quale - proprio come accade nei confronti degli estorsori di Cosa nostra - la denuncia alle autorità è la migliore e più efficace difesa per tenere alla larga eventuali corrotti e concussori.
Rifiuti ed energia, tangentopoli di
Sicilia
di Rosario Battiato
Gli ultimi due
capitoli: l'operazione Terra Mia e le presunti tangenti per la costruzione
del parco fotovoltaico di Monreale. Nei due settori gli interessi di
criminalità organizzata, malaffare e corruzione. Un sistema denunciato
da anni e mai colpito
|
PALERMO – In Sicilia, i rifiuti e l'energia sono due panieri
ricchi di risorse e braccati da interessi milionari non sempre trasparenti.
Nessuno stupore, pertanto, se proprio in questi settori si sono annidati gli
scandali della nuova tangentopoli siciliana. La storia dell'Isola è ricca di
esempi, ma i fatti più recenti hanno riguardato l'inchiesta Terra Mia e
l'affare del parco fotovoltaico di Monreale.
Come tanti altri
avevano fatto prima di lui, anche l'assessore
regionale all'Energia, Salvatore Calleri, ha tuonato contro la
corruzione nella Pubblica amministrazione e ha ribadito l'impegno dei suoi
uffici nel solco tracciato dal suo predecessore, Nicolò Marino, che in maniera
incisiva aveva agito per rimodulare il potere delle discariche private nella
direzione della legalità e della trasparenza e per normare un settore
strategico per l'energia verde come l'eolico.
Prima di lui anche
Giosuè Marino e Pier Carmelo Russo, entrambi assessori all'Energia durante il
governo Lombardo, avevano espresso diverse e, in alcuni casi, ben documentate
perplessità. Lo stesso governatore aveva sottolineato nel febbraio del 2010 in
audizione alla Commissione parlamentare sui rifiuti, e poi in aprile all'Ars,
che c'era un forte appetito della mafia “intorno alla gestione dei rifiuti”. E
le operazioni che si sono susseguite in questi anni hanno confermato un lato
oscuro sin troppo conosciuto: dall'affare dei termovalorizzatori alle
discariche abusive nelle miniere abbandonate di Sicilia, dall'operazione
"Trash" di Bronte del 2008 fino alla “Nuova Ionia” del 2013.
Solo qualche esempio
pescato nel mare del malaffare che ruota attorno ai rifiuti e che nei giorni
scorsi ha portato alla luce l'ennesimo scandalo che arriverebbe fino alla
Regione con l'operazione Terra Mia, un certosino lavoro di intercettazioni che
fa risalire alcune delle registrazioni più importanti al 2012.
Salvatore Calleri,
che viene proprio da una roccaforte di legalità come la Fondazione Caponnetto,
non ha voluto essere da meno dei suoi predecessori e nei giorni scorsi ha
rilanciato. “Per quanto riguarda la discariche il mio assessorato - ha spiegato
- ho disposto la chiusura della Oikos Spa di Motta Sant'Anastasia. Entro pochi
mesi abbiamo le gare d'appalto per le discariche pubbliche. Abbiamo, inoltre,
revocato l'autorizzazione alla ditta So Ambiente srl di Agrigento, dove avevamo
avuto un'informazione prefettizia negativa. Per quanto riguarda Tirreno
Ambiente, che si trova vicino Barcellona, siamo intervenuti”. Altri interventi
hanno riguardato la discarica di Sant'Agata di Militello “per situazioni di cui
sono venuto a conoscenza che potrebbero avere rilievi penali” e dei quali
sarebbe stato interessato il procuratore Leonardo Agueci”.
Azioni lodevoli, ma
c'è evidentemente un problema di funzionamento della macchina burocratica. Lo
ha ammesso implicitamente lo stesso Rosario Crocetta rispondendo risposto ai
cronisti che chiedevano le motivazioni del rientro al posto originario in circa
un mese e mezzo del funzionario dell'assessorato al Territorio, Gianfranco
Cannova, da venerdì ai domiciliari in quanto coinvolto nell'inchiesta, che era
stato trasferito ad altro ufficio così come disposto dal governo regionale lo
scorso anno con il provvedimento di rotazione dei dirigenti. Netta la riposta:
“Avevo dato disposizione che i dirigenti trasferiti non dovevano tornare nei
settori dai quali erano stati provenivano”. Perché chi doveva eseguire questo
ordine non l'ha fatto?
Capitolo
energia. Anche qui la Sicilia non si è mai fatta mancare nulla:
dall'operazione “Broken wings” che ha messo nel mirino il re dell'eolico
Nicastri ritenuto vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro al primo
scandalo fotovoltaico, il processo è in corso, che ha coinvolto i deputati
Vitrano e Bonomo. Il fotovoltaico si è concesso un bis nei giorni scorsi dopo
che la Guardia di Finanza di Napoli, nell'ambito di un'indagine sulla maxi
evasione fiscale di due imprenditori toscani, aveva intercettato un giro di
mazzette che riguardava la realizzazione del parco fotovoltaico di Monreale.
Coinvolti l'ex assessore, oggi deputato coi democratici riformisti, Pippo
Gianni, e il dirigente Martino Russo, indagati per corruzione, e Francesco
Marcenò, dirigente regionale indagata per abuso d'ufficio. Per i funzionari
previsto un provvedimento di sospensione.
Cannova
Ordinanza Di Custodia Cautelare Cannova Architetto Gianfranco 7485 11 10308 11
Ordinanza-cannova-pr... by Pino Ciampolillo
Cannova
Architetto Gianfranco Intercettazioni Ambientali Paduano Valeriaordinanza
Custodia Cautelare Cannov... by Pino Ciampolillo
ASSESSORI CONTRO DURO SCONTRO TRA M
marino-e-lo-bello-14-marzo-2014
CUFFARO ALLA COMMISSIONE
PARLAMENTARE RIFIUTI SPROPOSITA
CUFFARO
ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE RIFIUTI... di isolapulita Cuffaro Genchi Pellerito e i 4
Termovalorizzatori
Cuffaro
Genchi Pellerito e i 4 Termovalorizzatori di isolapulita Comm.Parlamentare RIfiuti Cuffaro
Genchi
LUGLIO 2007 Comm.Parlamentare
RIfiuti Cuffaro Genchi Luglio... di isolapulita
Cannova conversando
telefonicamente con sua moglie Valeria Paduano le confidava che aveva la
disponibilità di un’autovettura “Della ditta”, una locuzione riferita alla
“ditta” del Proto esternata in modo così confidenziale da ingenerare qualche
confusione persino nella stessa moglie dell’indagato benché fosse anche lei a
conoscenza della “familiarità” dei rapporti del marito con l’imprenditore
catanese:
V: E poi a Rimini come
ci vai?
G: C'è una macchina
che mi aspetta.
V: Di chi? G: Della
Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella...
minchia.. !
V: Quale Ditta è? G:
Sei scema?
V: Che Ditta è non lo
so.
G: Quella di
Mimmo.!”.
Cannova di sfruttare
la sua “compromettente” amicizia con il Proto anche per “sistemare”, almeno in
un prossimo futuro, il figlio Paolo:
G: Infatti è
probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare lì.
V: Si tu sei
convinto, lo devi mettere a lavorare lì...vediamo le cose come vanno... ancora
non si sa niente... la crisi tu già pensi a Paolo dove lo devi mettere a
lavorare.
G: Sarebbe una buona
oppurtunità..
V: Per ora fagli
prende sto diploma...che è ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa,
anche quando va a Catania, è a due ore di strada..
GRAND HOTEL RIMINI
allegata in atti, che attesta che la società OIKOS s.p.a. ha sborsato per il
soggiorno del Cannova la somma complessiva di euro 717,00 carta
credito Master Card n. 5529 7500 7810 4933 intestata a Domenico Proto.
P: Senti, ma Mimmo
almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha
dati? ..DIECI? … Meno male che c’è lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano
questi, omissis.”, ricevendo dal marito la seguente emblematica riposta di
assenso: “
G: Se ne fotte lui dei
soldi.”.
Hotel Baja Verde, di
cui sopra si è detto:
P: Io mi spavento.. io
ti ho sempre detto stai attento con Mimmo perché io sono sicura che lui ha
troppe attività, troppe cose, io..eee.. quando una prende soldi facili, prima o
poi le paghi…
G: Ma che vuoi
dire?
P: A me dispiace per
lui ma prescindere perché con noi si è sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non
ho capito..
P: Che mi spaventa
l’arresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi
pure tu, cominciano a fare.. ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde,
andiamo qua.. andiamo là.. anche ste cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe
piaciuto andare a Taormina, ora anche ora, a Capo Taormina, però ci dobbiamo un
po’ limitare, tu sei troppo leggero nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado
solo
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
La preoccupazione
della moglie del Cannova di giustificare il loro tenore di vita va anche posto
in relazione al fatto che dall’accertamento bancario esperito sui conti
correnti del Cannova e di Paduano Valeria tra l’altro risulta che
nel
conto Unicredit, n.
300508486,
intestato alla
Paduano,
il saldo finale a
giugno 2012 ammontava ad euro 200.732,10,
mentre negli anni
precedenti risultavano i seguenti saldi:
anno 2011 euro
459.335,25;
anno 2010 euro
35.918,18;
anno 2009 euro
8.301,80;
anno 2008 euro
56.960,04;
anno 2007 euro 11.637,98
Lo scellerato patto
criminale viene, come da trascrizioni telefoniche che seguono, consumato, nella
specie, con la rivelazione di segreti d’ufficio da parte del CANNOVA al PROTO
e, di converso, con la dazione, da parte dell’imprenditore, di denaro contante,
regalie di vario tipo al funzionario infedele per le sue indebite prestazioni
finalizzate ad agevolarlo negli atti amministrativi che riguardano la sua
società. Si specifica che gli atti oggetto del mercimonio sono di competenza
dell’ufficio regionale del CANNOVA, il quale sperava nella futura assunzione
del figlio adottivo Paolo nelle società del PROTO al compimento della maggiore
età, come poi lo stesso CANNOVA rivelerà a sua moglie Paduano Valeria.
In particolare,
CANNOVA, una volta venuto a conoscenza dell’intenzione di revocare l’A.I.A.
alla società del PROTO, immediatamente rivelava la notizia al diretto
interessato affinché questi potesse correre ai ripari, muovendo eventualmente
proprie conoscenze e amicizie, tra cui quella con l’allora Governatore della
Regione, Raffaele Lombardo (in quel periodo Commissario Straordinario
all’emergenza rifiuti per la Sicilia), il quale lo riceverà privatamente, come
poi racconterà il PROTO stesso in un intercettazione più avanti riportata.
Ovviamente PROTO, come
è stato documentalmente accertato (vedi infra)
ha pagato gran parte delle spese di viaggio sostenute a Rimini da
CANNOVA, a mezzo di carta di credito a lui stesso intestata (Mastercard nr.5529
75007810 4933 con scadenza del 05.2013).
Nella specie, Domenico
PROTO si è fatto carico delle spese sostenute da CANNOVA durante la permanenza
a Rimini (dal 09/11/2011 all’11/11/2011), ed particolare:
− l’autonoleggio di
un’autovettura marca Passat 2000 TDI SW, targata EH 746 YG, costata nel periodo
di riferimento al Proto € 229,45, di cui € 149,46 a mezzo voucher pagato dal
PROTO e € 79,99 dal CANNOVA con carta di credito, autovettura direttamente data
in consegna al CANNOVA, il quale nella bolla di consegna figura quale
“dipendente della Oikos Spa ”
− i costi alberghieri
sostenuti, pagati da PROTO con la carta di credito sopra riportata, spendendo
stavolta complessivamente per il solo CANNOVA € 717, dichiarazione a
firma del direttore dell’Albergo “Grand Hotel” di Rimini);
− le spese del
biglietto aereo del CANNOVA da Palermo a Bologna A/R compagnia Alitalia, del
costo complessivo di € 486,46, pagato con carta di credito di PROTO
In una conversazione
Cannova ha avvisato PROTO della prossima emissione del decreto di annullamento
dell’AIA per la sua società; CANNOVA, poi, violando qualsiasi dovere di
segretezza d’ufficio, si preoccupava di inviare all’imprenditore catanese il
documento a mezzo fax, cosa che poi di fatto non avveniva poiché, in
conversazione telefonica successiva, CANNOVA diceva a PROTO che il documento lo
avrebbe portato con sé e glielo avrebbe fatto leggere in occasione del viaggio
a Rimini.
P: PROTO Domenico
S: SUDANO Domenico
S: Pronto?
P: Senatore!
S: Pronto? Ehi, Mimmuzzo!
P: Come stai,
senatore, come stai?
S: Come stai tu? Mi
fanno battagliare... mi fanno battagliare, Mimmo, però va' bene và..!
P: Come, come, come ti
fanno...
S: Come stai tu?
P: Chi è costui, che
lo uccido! chi è costui, che lo uccido!
S: Eh eh eh.. no,
abbiamo predisposto già la risposta e martedì la firma Berlusconi, quindi, da
martedì in poi, nel giro di dieci giorni, otto giorni, dovremmo chiudere sta
partita, dai, se Dio vuole...
P: Ah ah ah ah....!
Avanti, dai! Ci facciamo il SANTO NATALE, eh eh eh..
S: Avanti, va' bene,
ve bene. Tutto bene tu?
P: Tutto bene, si si,
tutto bene, volevo sentire la tua voce e la volevo sentire bella, carica, come
la sto sentendo ora!
S: Si si si,..
(incompr.).. io sono lottatore, Mimmo, dai!
P: Nel giusto! Noi,
nel giusto sempre!
S: Nel giusto! Sempre
nel giusto...
P: Nel giusto!
S: Sempre nel giusto…
Sempre nel giusto. Va' bene Mimmuzzo (incompr.)
P: Un bacio grosso,un
bacio grosso, allora, ok?
S: Grazie, ci vediamo,
ciao gioia, ciao, un bacio ciao.
C:CANNOVA GIANFRANCO
(CHIAMANTE)
P:PROTO DOMENICO
(CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehilà! Mimmuzzo!
P: Allora, ti hanno
mandato il messaggino?
C: No!
P: Non ti è apparso...
C: No!
P: Ti ho messo
partenza da Catania, vedi... perché se no dovevi...
C: incomprensibile
P: Ho messo partenza
da Catania se no dovevi partire all'una, mi sembra, alle dodici e trenta...
C: Si... eh... aspé un
minuto Mimmo però... io posso partire mercoledì!
P: Ah!
C: Perché tu mi avevi
detto che partivamo mercoledì e invece ora Veronica mi ha detto che partite
merco... martedì!
P: Noi si mercoledì...
C: incomprensibile
P: ... noi, vabbé e ti
par... parti un altro giorno allora, scusa.
C: E questo infatti
volevo post...
P: Fai una cosa, parla con Veronica,
eh.... dagli... dagli l'input qual'è la disponibilità e ti faccio cambiare
tutte cose.
C: Oh! Un'altra cosa
e... a questo punto rientriamo giovedì tutti assieme oppure noi ci tratteniamo
fino a venerdì? Tu come sei messo?
P: No, io venerdì
mattina c'ho, alla Sicilia a Catania, appuntamento con.... giornale, dobbiamo
fare delle dichiarazioni.
C: Ho capito!
P: Se no incomprensibile
...
C: Mimmo?
P: Si, ti sento!
C: Senti, vedi che è arrivato l'altro
documento che praticamente parla di nuovo di e.... annullamento del decreto AIA
nei confronti di OIKOS... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica,
quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e
invece continua. Hai capito?... Pronto?... Pronto?...
(VOL. II aff. 131
ss)
C: CANNOVA Gianfranco
(CHIAMANTE)
P: PROTO Domenico
(CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehi, Mimmo, ti
stavo dicendo, ti devo trasmett...
P: In ufficio, dico?
Sei in ufficio?
C: No, per ora no,
sono... ora devo rientr... ora rientro, comunque, perchè devo andare a fare
questi fax……….eve arrivare…..
P: Mmh... Da parte di chi arriva
questo documento?
C: Da parte del direttore, che,
praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perchè ha
avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria
tecnica, da parte del presidente..ehm... della.. della regione.
P: Ma è il direttore
che scrive?
C: Si!
P: Cioè, ZUCCARELLO
Scrive?
C: No! ZUCCARELLO non
è direttore, non cominciamo!
P: Allora chi è,
scusa?
C: Scrive ARNONE! Perchè vuole
risposta la MONTEROSSO, Patrizia MONTEROSSO6, ch'è il capo di gabinetto di
LOMBARDO.
P: Ho capito! Va' beh,
questo... questo...
C: Te lo faccio
arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio.
P: Va' bene.
C: Va' bene?
P: Va' bene
Gianfranco.
Quindi, di
seguito la telefonata e l’sms che il segretario particolare di Domenico PROTO,
Giuseppe Arcidiacono, fa a CANNOVA per confermargli gli orari di partenza per
Rimini. In questa conversazione telefonica il Cannova chiedeva che gli venisse
messa a disposizione un’autovettura.
A: Giuseppe
ARCIDIACONO (CHIAMANTE)
C: Gianfranco CANNOVA
(CHIAMATO)
C: Giuseppe!
A: Si, architetto,
buongiorno!
C: Buongiorno.
A: Ha ricevuto il
messaggio? Io ho chiuso perche le stavo scrivendo il messaggio, in pratica.
C: No, Giusè, non è
arrivato ancora.
A: Comunque, gliel'ho inviato ora. In
pratica è confermata quella partenza che mi diceva lei, nove-undici, va' bene?
C: Eh! Nove-undici...
L'orario?
A: Parte il nove e rientra l'undici,
l'orario quello che diceva lei. Va' bene?
C: Ah, va' bene. Va' bene, ok.
A: Ok? c'è messo
numero di prenotazione e tutto....
C: La macchina, Giuseppe? Per la
macchina?
A: Per la macchina poi... poi si senta
col presidente
C: Eh e quando, lui...
A: O la vuole prenotata? Non lo so,
per me è come dice lei.
C: Lui che ha detto?
A: Non lo so, io a lui
non... Ora, ora ... ora ne parlo col presidente e glielo faccio sapere, va'
bene?
C: Eh, me lo faccia
sapere, perchè se no sono a piedi, poi...
A: Va' bene, ok, va'
bene...
C: E' lì il
presidente?
A: No, il presidente
non c'è. Dovrebbe venire, non lo so...
C: E deve venire,
perche probabilmente deve prendere a cosa...a Veronica
A: Va' bene?
C: Ok, aspetto a lei,
allora, Giuseppe
A: Ok, grazie. Arrivederci.
C: Arrivederci
A seguire una
conversazione tra CANNOVA e sua moglie Paduano Valeria, in cui il primo confida
nella possibilità che un giorno il figlio Paolo possa lavorare per il Proto:
(VOL. II aff. 141 ss)
Progressivo n°: 6064
Data : 09/11/2011 Ora : 16:05:38 Durata : 0:02:52
G: CANNOVA Gianfranco
(CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria
(CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
V: Ma sei partito,
dove sei?
G: In piscina... non
devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle
cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in
aereoporto.
V: E a che ora parti?
G: Alle sette meno
dieci.
V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cioè arrivi là alle
dieci... il tempo che arrivi..Arrivi a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come
ci vai?
G: C'è una macchina
che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella...
minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta è?
G: Sei scema?
V: Che Ditta è non lo
so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta,
perchè lui si è portato la ditta appresso, cioè la macchina appresso..
G: Si c'ha delle
macchine affittate là..
V: E dopodichè andate
lì, e poi c'è la cena e tu stasera.. allora tu mi vuoi fare credere che tu non
andrai in questi locali? Insieme a mimmo?
G: Nooo, stasera
(inc.)
V: Vabbè quelli
chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la
cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi
fare credere che sei là e tu e Mimmo da solo tu non andrai mai in questi
locali?
G: Si da solo, siamo
docidi persone.. da solo.c'è suo figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua
figlia? E come mai?
G: Perchè se li porta,
per queste cose di lavoro, se li porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose
fuori.. che gli dice che gli servono per imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabbè ci
devo credere. no io non ci credo. Io glielo chiederò..
G: Chiama a Mimmo e
glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di
partire, ora ci sentiamo. Io devo andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti è
probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare lì.
V: Si tu sei convinto,
lo devi mettere a lavorare lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa
niente... la crisi tu già pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona
oppurtunità..
V: Per ora fagli
prende sto diploma...che è ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche
quando va a Catania, è a due ore di strada..
V: E lo so.. però...
G: Va là a dormire, e
poi..
V: Io ho, ho obiettivi
molto migliori per lui se se ne andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in
Svizzera..
V: Si.
G: A fare il
cameriere..
V: Vabbè, fammi
posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra un pò ci sentiamo..
G: Ciao.
La conversazione
telefonica che segue iniziava con un’esclamazione dialettale di CANNOVA: “Agghiurno’?!”, cui seguiva la
conferma dell’interlocutore, quindi CANNOVA raccomandava PROTO per un prossimo
incontro con il Direttore Generale dell’Assessorato, Giovanni Arnone, in quanto
dal tenore della telefonata sembrerebbe che l’Arnone non aveva gradito la
visita fatta presso gli uffici dell’Assessorato da PROTO [dobbiamo muoverci
diversamente con ..con il direttore]. CANNOVA consigliava di farsi
preannunciare la sua visita presso gli uffici dell’ARTA ” da una telefonata preventiva”,
poi i due alludevano ad alcuni viaggi già fatti e da farsi a Roma dal PROTO, e
quindi al probabile intervento di un non meglio identificato politico.
C: Cannova Gianfranco=
Chiamato
P: Proto Domenico =
Chiamante
C: Mimmo
"agghiurnò" finalmente?
P: "agghiurnò
agghiurnò"!
C:
"agghiurnò" meno male!
Dalle ore 07:55:46
alle ore alle ore 08:01:12 omississ
C: Ah senti a
proposito. La prossima volta, e.....
P: ..si..!
C: ..dobbiamo muoverci
diversamente con ..con il direttore. Perchè ieri che eravamo assieme, mi fece
una battuta. Mi fa, si mette accanto a me e mi fa dice: "Ma quello di ieri
che mi ha salutato chi era? Io non lo conosco!" .
P: Cosa...cosa cosa?..Non ho capito!
C: Ieri....
P: ..si!...
C: ...ero assieme ad Emanuele,....
P: ..si!...
C: ...si mette accanto a me e mi fa:
"Cannova ma quello di ieri che mi ha salutato chi era? Che io non lo
conosco a quello! Eh… no… Il presidente dell'Oikos, si ricorda che aveva il
problema... si, si lo so ma io a questo non lo conosco e mi ha baciato pure!
quindi la prossima volta, siccome tutte questi..questi personaggi sono tutti
spaventati, una telefonata preventiva.
P: Ah! Certo, ho capito, ho capito|!
C: Hai capito?
P: (incompr.)
C: per evitare che
continua a fare il cretino.
P: Ah! Ha detto che non mi conosce.
C: Si!..."ma chi è ? Io a questo non
lo conosco! Mi ha salutato pure." .. lo so (incompr.)! ma io non lo
conosco, dissi, gli stavo dicendo, ma come? Ci sei andato a mangiare insieme e
non lo conosci?
P: Tu digli......digli
..ricordargli di ..Roma!
C: No, Mimmo!...una
telefonata preventiva...
P: … se le scorda le cose?
C: Si, se li scorda le cose. Una
telefonata preventiva cosi la prossima volta....
P: ....la settimana prossima mi faccio
prendere l'appuntamento.
C: No! Ma infatti, il
fatto di scendere una volta a settimana, vedi che non è sbagliato.
P: Eh, no, lo sò, lo sò. Poi mi faccio
...(incompr.)...da me.
C: Poi ho parlato
nuovamente per la questione che aveva sollevato lui ed in pratica...
P: ...si...
C: ...........il risultato dovrebbe
essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane quà.
P: Ah!
C: Capito?
P: Ho capito, dai!
C: E' questa cosa
dovrebbe essere un provvedimento che poi va in giunta di governo..
P: ...ho capito.
C: Va be Mimmuzzu!
P: ottimo, ottimo,
ottimo...
CANNOVA ben sapeva che
la carica ricoperta dal suo Dirigente Generale, Giovanni Arnone, fosse
espressione della volontà politica dell’allora Governatore della Regione
Lombardo a cui PROTO, come si vedrà nel seguito, faceva riferimento per tentare
di risolvere le sue traversie amministrative: ciò spiega perché entrambi si
auguravano che il “provvedimento” di loro interesse andasse poi in giunta di governo.
Sibillina, e di dubbia
interpretazione rimane la frase che il CANNOVA pronunciava [il risultato
dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane qua]:
cosa intenda dire CANNOVA quando asserisce “Lui si piglia la tariffa” non è dato saperlo; non è emerso,
infatti, dalle indagini nulla a carico del Direttore Generale dell’Assessorato
al Territorio. L’affermazione, comunque, risulta sintomatica del modo di
pensare e di intendere l’esercizio della propria funzione da parte di CANNOVA.
Di seguito, altra
conversazione telefonica tra CANNOVA e PROTO che ribadisce il loro continuo
rapporto basato esclusivamente sugli interessi economici dell’imprenditore
catanese, che CANNOVA, in spregio a qualsiasi senso di correttezza e probità
che dovrebbe essere proprio di un pubblico funzionario, cerca sempre di
favorire.
In particolare,
CANNOVA si preoccupava di dare le opportune istruzioni a PROTO per la
trattazione delle pratiche amministrative gestite presso l’Assessorato ove
lavorava e nelle quali era personalmente coinvolto. Infatti, PROTO faceva
riferimento al fatto che era CANNOVA a “convocare” le persone, alludendo con
chiarezza alla convocazione della Conferenza dei servizi che rientrava tra le
mansioni di CANNOVA quale funzionario istruttore:
P: PROTO Domenico
C: CANNOVA Gianfranco
P: Gianfranco!
C: Ehilà, Mimmuzzo!!
P: Senti, rimandiamo,
oggi, beddu!
C: Non ho capito, dimmi.
P: Rimandiamo oggi.
Rimandiamo oggi il pranzo.
C: Va' bene, ok.
P: Spostiamolo a domani.
C: Va' bene, come vuoi.
P: Io domani ti porto
un po' di documenti, e analizziamo a fondo quella documentazione.
C: L'hai letto il messaggio
che ti ho mandato, poi, ieri?
P: Si, si, si, l'ho
letto e stamattina l'ho discusso, gli ho detto di preparare la pratica, così
come dico io e di non mandarla, né di là e né di là, poi sei tu che chiami....
C: Ma infatti,
infatti. Minchia, uh... appena facciamo una cosa del genere, nell'arco di
cinque minuti lo saprebbe tutta Catania!
P: Certo. Sei tu che
chiami RACITI, chiami Tizio, chiami Caio e li convochi!
C: E infatti! Va'
bene....
P: Ok?
C: Ok Mimmuzzo!
Ora, da tale
conversazione deve necessariamente essere messo in evidenza quel “facciamo”
pronunciato da CANNOVA, che manifesta come il medesimo perseguisse pienamente
gli stessi interessi di PROTO, ed ancora la menzione ad una “convocazione”
e a Raciti non lasciano dubbi sul fatto
che l’argomento attenga all’attività amministrativa afferente le prerogative
del funzionario infedele.
Si ricorda che CANNOVA
(cfr. sit di Zuccarello, vedi VOL.
III aff. 6) è colui che rappresenta l’Amministrazione Regionale nelle
conferenze dei servizi, per l’appunto “convocate”, e che il Raciti si identifica in Salvatore Raciti
dirigente dell’Assessorato Provinciale all’Ambiente di Catania.
Dalla telefonata
che segue, non può non rilevarsi la spregiudicatezza di CANNOVA nell’ordinare
al segretario di PROTO, Giuseppe Arcidiacono, di prenotargli l’albergo “Baia
Verde”, categoria 5 stelle, di Aci Castello, ove poi soggiornerà con la moglie:
le spese alberghiere saranno poi ovviamente sostenute da PROTO.
(VOL. II aff. 188 ss)
Progressivo n°: 9407
Data : 28/12/2011 Ora : 19:32:09 Durata : 0:01:51
C: CANNOVA GIANFRANCO
A: ARCIDIACONO
GIUSEPPE
A: Pronto?
C: Giuseppe,
buonasera, Cannova.
A: Buonasera
architetto, come va?
C: Bene, grazie
Giuseppe tutto a posto lì?
A: Si, si tutto a
posto.
C: Giusé notizie del
principale ne ha?
A: Principale... oggi
pomeriggio l'ho visto.
C: Non le ha detto
niente?
A: No.
C: Non le ha detto
niente. Senta Giuseppe, una
cortesia mi deve prenotare... domani, dal tre al sette con partenza l'otto.
A: Si.
C: va bene? Glielo
dica...
A: D'accordo.
C: Che ne abbiamo
parlato.
A: Ah?
C: Glielo dica che ne
avevo parlato con lui.
A: Quindi tre...
C: Dal tre, tra
notte al sette notte con partenza l'otto.
A: Ho capito, ma dove?
C: Al Baia Verde.
A: Va bene.
C: Mi da la conferma
poi, Giuseppe?
A: Certo, ora le do la
conferma, certo.
C: Va bene, grazie
e... Giuseppe per una matrimoniale e una doppia.
A: Una matrimoniale?
C: ... e una doppia.
A: Va bene, ok.
C: Ci sentiamo dopo
Giuseppe, grazie.
A: Niente, buonasera.
C: Arrivederci.
Il pagamento delle
spese alberghiere a carico di CANNOVA deve seguire una contabilità separata e
nascosta, in quanto il funzionario pubblico non può apparire nei bilanci della
società. Come si vedrà dal contenuto della telefonata di seguito, erroneamente
il suddetto pagamento stava per essere contabilizzate a carico della società
OIKOS, ma un’impiegata accorta della società, Grazia Marletta7, avvedutasi per
tempo dell’errore, immediatamente chiamava PROTO per riparare al problema:
G: CANNOVA Gianfranco
(CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria (CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
V: Ma sei partito,
dove sei?
G: In piscina... non
devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle
cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in
aereoporto.
V: E a che ora parti?
G: Alle sette meno
dieci.
V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cioè arrivi là alle
dieci... il tempo che arrivi..Arrivi a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C'è una macchina che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella...
minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta è?
G: Sei scema?
V: Che Ditta è non lo
so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta,
perchè lui si è portato la ditta appresso, cioè la macchina appresso..
G: Si c'ha delle macchine affittate là..
V: E dopodichè andate
lì, e poi c'è la cena e tu stasera.. allora tu mi vuoi fare credere che tu non
andrai in questi locali? Insieme a mimmo?
G: Nooo, stasera
(inc.)
V: Vabbè quelli
chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la
cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi fare
credere che sei là e tu e Mimmo da solo tu non andrai mai in questi locali?
G: Si da solo, siamo
docidi persone.. da solo.c'è suo figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua
figlia? E come mai?
G: Perchè se li porta,
per queste cose di lavoro, se li porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose
fuori.. che gli dice che gli servono per imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabbè ci
devo credere. no io non ci credo. Io glielo chiederò..
G: Chiama a Mimmo e
glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di
partire, ora ci sentiamo. Io devo andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti è probabile, probabile che
poi Paolo lo mettiamo a lavorare lì.
V: Si tu sei convinto,
lo devi mettere a lavorare lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa
niente... la crisi tu già pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona
oppurtunità..
V: Per ora fagli
prende sto diploma...che è ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due
ore di strada..
V: E lo so.. però...
G: Va là a dormire, e
poi..
V: Io ho, ho obiettivi
molto migliori per lui se se ne andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in
Svizzera..
V: Si.
G: A fare il
cameriere..
V: Vabbè, fammi
posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra un pò ci sentiamo..
G: Ciao.
Formidabile riscontro
di quanto sopra detto è rappresentato dall’ attestazione delle spese fatte dal
Cannova Gianfranco redatta dal Direttore della struttura alberghiera “Grand
Hotel di Rimini”:
Evidenti motivi di
segretezza delle indagini hanno impedito di effettuare più mirati accertamenti,
che dovranno comunque disporsi, quale l’individuazione del televisore e degli
accessori, compendio della corruzione.
La conferma
dell’intervento del PROTO nell’acquisto dell’impianto si ricava, senza nessuna
ombra di dubbio, da un passo del colloquio in auto avvenuto qualche giorno dopo
tra CANNOVA e la moglie Paduano Valeria, la quale, evidentemente a conoscenza
della corruttela del marito, esclama:
CANNOVA GIANFRANCO
successivamente indicato con la lettera “G”
PADUANO VALERIA
successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a
ore 20:21:11
P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa
te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha dati? ..DIECI?
… Meno male che c’è lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano questi, omissis.
G: Se ne fotte lui dei soldi.
omissis da ore
20:21:35 sino alla fine
La cosa che ha fatto
il marito è stata l’acquisto del televisore, e PROTO ha dato (qualcosa te
la esce per questa cosa che hai fatto?) € 10.000 (Quanto? ..Te li ha dati?
..DIECI?), a pieno riscontro di quanto, nel corso dell’ambientale con
CANNOVA prima riportata, lo stesso PROTO diceva Eravamo rimasti “a chisti ciamma
a fare avire autri 10000 euro” in più tu gli devi pagare la tua tv: quindi
il televisore lo ha pagato CANNOVA, l’impianto stereo PROTO.
Si segnala la
preoccupazione della Paduano per il costo del loro tenore di vita, infatti i
due stavano proprio parlando dei costi da dover affrontare e la donna
ringraziava il fatto di poter sempre contare sull’amico catanese Meno male che c’è lui.
L’indagine ha
permesso, inoltre, di dimostrare come la corruzione del pubblico ufficiale
abbia concretamente giovato al privato, permettendogli di assicurare alla sua
società un ingente introito di denaro.
In particolare, la
Squadra Mobile aveva modo di sentire, la prima e l’ultima settimana di aprile
2012, alcune conversazioni tra PROTO o la sua collaboratrice Puglisi Veronica
(responsabile del piano sorveglianza e controllo della discarica della OIKOS10)
e CANNOVA particolarmente interessanti, relative ad un guasto dell’impianto.
Nella prima settimana
si rilevava la necessità di contattare CANNOVA in quanto l’ARPA, intervenuta
sul posto per un controllo di routine, aveva constatato il fermo impianto e
chiedeva che la società facesse una comunicazione formale agli organi di
controllo, ovvero la Regione – l’ufficio del CANNOVA -, l’ARPA e la Provincia
di Catania; nell’ultima settimana si verificava nuovamente il guasto e al
solito CANNOVA interveniva per risolvere i problemi burocratici.
Poiché le sole
intercettazioni non erano in grado di far comprendere pienamente i fatti e
necessitando, di conseguenza, specifiche cognizioni tecnico-normative sulla
materia ambientale, si è ottenuta la disponibilità dei Carabinieri del N.O.E.,
che, a seguito dell’analisi puntuale delle intercettazioni e della
documentazione acquisita direttamente dalla OIKOS Spa (riguardante sia le
autorizzazioni agli impianti che il flusso dei rifiuti ricevuti/prodotti e/o
smaltiti/recuperati dalla società), ha relazionato sull’intera vicenda, come di
seguito viene rappresentato.
L’attività di gestione
dei rifiuti da parte della società OIKOS consiste nella ricezione, per lo
smaltimento definitivo, di ingenti quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati,
aventi codice CER12 200301, con una media giornaliera di 700 tonnellate,
prodotti dai Comuni della Sicilia orientale ed ivi conferiti dagli A.T.O.
(Ambito Territoriale Ottimale)13 e/o da società incaricate.
Gli stessi rifiuti, prima
del loro smaltimento definitivo in discarica, devono essere sottoposti ad
un’operazione di selezione/trattamento, conformemente al D.lgs. n°36/200314.
La società OIKOS
Spa11, con sede in Motta S.Anastasia (CT), gestisce gli impianti, complementari
tra loro:
- di
pretrattamento/selezione, denominato (IPPC)
- di discarica per
rifiuti non pericolosi
entrambi siti in
contrada Tiritì del Comune di Motta S.Anastasia.
Un’ulteriore esigua
quantità di altre tipologie di rifiuti (rifiuti proventi dalla pulizia delle
strade) viene invece conferita, sempre dagli A.T.O. e/o società incaricate, per
essere smaltita direttamente nella stessa discarica, senza alcun obbligo di
preventivo trattamento.
Per lo smaltimento di
tutti i rifiuti ricevuti, la società OIKOS applica, nei confronti dei
conferitori (A.T.O. e società di privati) e a seconda della destinazione dei
rifiuti (verso l’impianto di trattamento o direttamente in discarica), due
distinte tariffe: quella relativa al trattamento preventivo, pari a € 72,57 a tonnellata, e quella
relativa allo smaltimento definitivo in discarica, pari a € 9,25 a tonnellata.
Nel corso del primo
sopralluogo del 24 maggio 2012 (VOL.
III aff. 592 ss) veniva
accertata, in una porzione d’area della discarica, la presenza di rifiuti la
cui tipologia non era consentito conferire ai sensi dell’art. 7 d.lgs. 36/03, o
meglio:
- alcuni rifiuti che
necessitavano in forza della loro tipologia, di essere sottoposti a
pretrattamento, che non avevano, invece, sostenuto;
- altri rifiuti (per
esempio traversine in cemento armato, materiale in legno, plastica e ferro,
vedi foto da 21 a 25, VOL. III
aff. 600-601) non potevano invece proprio essere smaltiti in quella
discarica, perché per tale tipologia è necessario uno specifico pretrattamento
con un impianto particolare, di cui la società OIKOS non dispone, per il
successivo conferimento in discarica per i rifiuti inerti.
Le deduzioni fondate
erano: 1) che non tutti i rifiuti transitassero dall’impianto di trattamento
preliminare; 2) che non si attuassero idonee misure di sorveglianza e verifica
dei flussi di rifiuti in ingresso; 3) che consapevolmente si smaltissero in
discarica tipologie di rifiuti non consentite.
Veniva acquisita
quindi la documentazione ambientale ed in particolare i registri di carico e
scarico e le bindelle di pesa.
Nella stessa giornata
CANNOVA conversava all’interno della propria autovettura con la moglie, Paduano
Valeria, riferendole che la Polizia in mattina era stata nel suo ufficio,
acquisendo documenti inerenti la società del Proto. La Paduano si mostrava
molto preoccupata di un probabile arresto del PROTO e consigliava il marito di
limitare i loro soggiorni presso l’Hotel Baja Verde, temendo che possibili
intercettazioni potevano svelare che tali soggiorni fossero sempre interamente
spesati dal PROTO (come poi effettivamente già è stato accertato); la Paduano
rimproverava, infatti, il CANNOVA di essere sin troppo “leggero”,
raccomandandogli maggiore cautela:
(VOL. II aff. 25 ss)
numero progressivo
n°2674, nel brogliaccio di ascolto delle relative operazioni tecniche,
registrata alle ore 16.00 del 29/05/2012, durata 60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO
successivamente indicato con la lettera “G”
PADUANO VALERIA
successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a
ore 16.55.59
P: Io mi spavento.. io ti ho sempre detto stai attento
con Mimmo (ndr Proto
Domenico) perché io sono sicura che lui ha troppe attività, troppe cose,
io..eee.. quando una prende
soldi facili, prima o poi le paghi…
G: Ma che vuoi dire?
P: A me dispiace per lui ma
prescindere perché con noi si è sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non ho capito..
P: Che mi spaventa l’arresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi pure tu, cominciano
a fare.. ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde, andiamo qua..
andiamo là.. anche ste cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe piaciuto andare
a Taormina, ora anche ora, a Capo Taormina, però ci dobbiamo un po’ limitare,
tu sei troppo leggero nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado solo!
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
omissis da ore
16:56:50 sino alla fine
CANNOVA, nella
conversazione immediatamente successiva, spiegava alla moglie l’escamotage utilizzato dal PROTO per i
pagamenti delle spese da loro sostenuti presso i vari Hotel.
Secondo lui, per
mascherare siffatti pagamenti presso le strutture alberghiere, PROTO userebbe
la carta di credito di una sua
impiegata, Grazia
Marletta, ma si sbaglia, come già accertato prima: i pagamenti alle strutture
ricettive o per i viaggi del CANNOVA sono sempre stati eseguiti tramite
bonifico bancario dalla Oikos S.p.a. o direttamente con carta di credito del
PROTO:
CANNOVA GIANFRANCO
successivamente indicato con la lettera “G”
PADUANO VALERIA
successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a
ore 23.02.23
P: Ma il mio problema
coi costumi sai qual è, è che ne ho due milioni per andare quando a mare.
G: Vuoi andare da
Giglio?
P: Si. Li uso solo quando vado Baia Verde,
quando vado a Taormina, quest’anno ce lo facciamo almeno un fine settimana a
Taormina, all’Atlantis al coso, chi vuole venire viene. Non me ne fotte niente.
A spese di Mimmo [!!!!!!!!!!!!!!!!]. Con te parlo.
G: Vale anche se le cose diventano
sempre più difficili, perché dice che ora ti controllano pure..
P: .. Cosa?
G: Le vacanze. Dove le fai.
P: Va bè un, ma noi ce li abbiamo le
nostre entrate siamo sempre là, che fa’ non le abbiamo io ho tutto dichiarato,
tu magari ma tu hai a me, hai la villa che già è dichiarata, abbiamo la nostra
professione..
G: Valeria intanto ti
controllano e poi ti giustifichi..
P: Ma infatti io, se
vuoi risparmiare qualcosa, ma tu infatti, è
Mimmo che se paga non deve dire, figurare perche sennò t’inchiummano!
[!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Mimmo non paga mai.. con carte
Oikos o cose varie..
P: .. e con le sue personali non è peggio?
[!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Gliela dà , gliela
dà a quella come si chiama..
P: Con quella sua personale non è
peggio?
G: No ma quale personale.. gliela dà a
quella, la sua impiegata quella..
P: Si ma la sua
impiegata..
G: Come si chiama Nancy..
P: .. Non lo so chi è..
G: Quella di là.. l’hai
vista..
P: Si ma, cioè gli dà la carta di
credito dell’impiegata?
G: Gli fa’ pagare con
la sua carta di credito e poi Mimmo gli restituisce i soldi.
P: Si ma non ha senso, un impiegata
come se lo permette di pagare una vacanza do 6000 euro per una settimana?
Perché tanto noi consumiamo.. [!!!!!!!!!!!!!!!! Seimila euro a settimana]
G: Lo può fare.
P: Un impiegata lo può
fare? Perché quanto guadagna?
G: Lo può fare nel senso che è la
Ditta che le offre il premio del soggiorno.
P: Mi sembra una
stronzata. E se questa un giorno se la canta come quella di Bossi? Lui non deve
dare..lui non deve dare..
G: Questa.. ma stai
scherzando..
P: Ma chi è quella
incinta, che era incinta.. ?
G: No quella grossa
Nancy, Grace, Grace.. ecco!
P: Ma io questa non
l’ho mai conosciuta?
G: Si l’hai
conosciuta..
P: Va bè ma anche quando, tu, scusami,
tu non puoi far figurare che gli hai fatto lavori.. che tu.. cioè per forza
deve essere come..
G: La Finanza comincia
a controllare pure le vacanze dove si fanno, un cinque stelle..
P: E le scuole. E le
scuole..
omissis da ore
23:04:54 sino alla fine
A proseguire, nella
medesima conversazione, innocentemente la Paduano affermava che il marito era
completamente stipendiato dal PROTO e aveva paura che il loro alto tenore di
vita, a seguito di un possibile arresto del PROTO, potesse subirne gravi
conseguenze.
Singolare è che la
donna non si pone alcun problema relativamente alla condotta del marito e alle
possibili conseguenze penali.
Anche CANNOVA ammetteva
alla moglie di essere assolutamente dipendente, dal punto di vista economico,
dal PROTO; poi, per tranquillizzarla, sosteneva che qualora fosse venuto a
mancare l’apporto economico fornito dal PROTO, avrebbero alienato unità
immobiliari della moglie.
Si intuisce che i due
hanno un forte bisogno di denaro poichè stanno progettando l’acquisto di una
casa il cui valore economico supera il milione di euro.
CANNOVA GIANFRANCO
successivamente indicato con la lettera “G”
PADUANO VALERIA
successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a
ore 17.08.54
P: Chi è che ti ha chiamato,
Gianfranco?
G: L’ingegnere
Zuccarello..
P: E che ti ha detto?
G: Che c’è la Procura
ancora là..
P: E ti ha detto di
andarci?
G: Si. Dice ma le avevo
detto di venire dopo avere preso i ragazzi da scuola..
P: Ma questo ancora non
se ne è andato?
G: Ma veramente no..
P: Ma che sei ai suoi ordini? Ma
questo ancora non se n’è andato?
G: E il responsabile sono io.. anzi..
P: Io vorrei capire una
cosa, allora noi dove stiamo andando adesso?
G: In Agenzia..
P: Si dov’è? Dov’è?
G: Via Autonomia
Siciliana..
P: Qui.. a due
passi..bene allora io dico questo, a
maggiore ragione che c’è pure questa cosa di Mimmo, come facciamo fronte ad una
spesa del genere?
G: Qual è il nesso fra
Mimmo e questa..
P: Che Mimmo ti dava soldi!! E con
questo ti aiutava a pagare..
G: E perché non me li dà più?
P: Gianfranco se Mimmo c’ha un’
indagine, una cosa, lo arrestano..
G: Ma che arrestano!!! Ma che dici!!
P: Ma tu sei sicuro che Mimmo è
pulito?
G: Per Favore.
P: Ma tu sei sicuro che
Mimmo è pulito?
G: Sarà sicuramente uno strascico di
quello che è successo… certo che è pulito perché c’ho le indagini.. le cose
antimafia a casa, le le… in ufficio… le informazioni antimafia.
P: Va bè quanti ce ne sono che c’hanno
le informazioni antimafia e tutto insieme leggi nel giornale che l’hanno
arrestato?
G: Noi abbiamo informazioni atipiche
se ci sono procedimenti in corso noi lo sapp.. siamo i primi a saperlo.
P: Io ti dico sempre
Gianfranco, di essere prudente, è un campo brutto, non solo bisogna..
G: E po ti sto dicendo che sto
lavorando per essere indipendente da Mimmo.
P: Si ma stai
lavorando… perché tu sei
dipendente da Mimmo, scusa?
G: Per ora si!
P: Perché?
G: Però se Mimmo si ferma, minchia,
P: Attento
G: Tutti i fondi… vengono messi in
crisi.
P: Si ma comunque Mimmo o non Mimmo…
il discorso è uno, stai lavorando o non stai lavorando non sono cose che
arrivano da un momento all’altro.
G: Ma anche… anche
quando, ammesso e non concesso noi, ti ho detto, abbiamo i rimedi di come fare.
P: E quali sono?
G: Via Ausonia e
Mondello.
P: No. Cioè che ci andiamo a vendere
quattro case?
G: Possiamo valutare tutto.
P: …incomp… dopo che io ho faticato
per avere quello che ho… non solo mi devo vendere via Cadorna e… e via casa….
Via Monti Iblei, mi vendo pure Mondello.
G: Ma prendiamo…
P: Ma stiamo
scherzando?
G: Ma se siamo in crisi
ti tieni tutte cose e rimaniamo in crisi?
P: C’era scritto LI
VORSI?
G: Vendiamo Mondello…
P: L’hai letto LI
VORSI?
G: Si.
P: Ma Mondello ti
sembra così facile vendere ora?
G: L’anno scorso…
P: Perché una vuole
vendere piglia e vende?
G: Questa tipologia di
casa si.
P: Va bene.
G: L’anno scorso hanno
avuto una perdita di 4 milioni di euro LI VORSI.
P: Lo so.
G: Hanno deciso, ci
mangiamo i soldi che abbiamo.
L’interesse poi per
l’acquisto di una casa emerge anche dalla trascrizione della conversazione
ambientale, tra CANNOVA e la moglie, che segue, ove la Paduano chiedeva al
CANNOVA se avesse altri 50.000 euro da dare “in nero” al costruttore: denaro
che la moglie suggeriva, in caso di verifica fiscale, di far emergere
dall’affitto della villa di Mondello, in quel momento locata al giocatore di
calcio del Palermo, Barreto Edgar:
(VOL. II aff. 23 ss)
numero progressivo
n°2611, nel brogliaccio di ascolto delle relative operazioni tecniche,
registrata alle ore 01.00 del 27/05/2012, durata 60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO
successivamente indicato con la lettera “G”
PADUANO VALERIA
successivamente indicato con la lettera “P”
omissis dall’ inizio a
ore 01.40.54
P: Tu devi farti un
conto corrente, dove metti i soldi del.. un conto corrente una cosa a parte,
dove metti i soldi della villa… un domani ti troverai…di Barreto, un domani ti
troverai un gruzzolo e tocchi gli altri, le altre cose, non puoi mettere fondo
sempre a questi 3 mila euro.. perché tu ci devi pagare il mutuo e l’altra metà
te li metti da parte, mi senti quello quando parlo? Eh che ho detto?
G: Che parte del mutuo
poi rivediamo la questione…
P: Perchè ancora non è
partito il mutuo della villa?
G: Abbiamo fatto mutuo
per la villa?
P: A maggior ragione
mettendoteli da parte…
G: Per fare il mutuo
devi fare l’atto..
P: Ma già in un anno non hai 50.000
euro in più da dargli a questo? Eh.. ce li hai? Te li sei messi da parte?
G: Certo, li sto mettendo…
P: … sicuro? E quando glieli dai?
G: A questo chi?
P: A questo del costruttore.. a questo
che gli devi pagare la casa.. che gli hai dati soldi in nero.. non glieli puoi
dare altri 50? Che sono quelli di Barreto che ti ha dato in un anno, è una anno
ormai..
G: No Vale…
P: Ma perché.
G: Perché la casa dobbiamo dichiararla
per forza 300.. perché al di sotto, non diventa più credibile.
P: Quindi
in nero non gli puoi dare più niente?
G: Non diventa più credibile.
I suddetti elementi di prova
forniscono, per l’attendibilità delle dichiarazioni, definitivo riscontro alla
piena integrazione del reato contestato e prova dell’allarmante danno sociale
provocato dal patto scellerato tra CANNOVA e PROTO
In occasione dell’invito fatto all’ing.
Zuccarello Natale dalla Polizia per il giorno 01 giugno 2012, al fine di essere
sentito a sit, questi, prontamente chiamava CANNOVA per chiedere informazioni.
Emerge che lo Zuccarello, sovraordinato
rispetto al CANNOVA, non ha assolutamente alcuna idea sulla situazione della discarica
di C/a Tiritì dell’OIKOS, e che CANNOVA ha buon gioco nel confondergli le idee.
G: Cannova Gianfranco
V: Paduano Valeria
Omississ dalle ore 20:34:20 alle ore
20:35:35
Poi:
V: Con Paolo ora parliamo....
G: Salutalo a Mimmo ora se ne va...
V: Come?
G: Salutalo..salutalo...
V: Cè Mimmo? a casa?
G: Si!
V: Ah! Tu eri a casa con Mimmo?
G: Si!
V: Eh...perchè non ci mangiamo una cosa
fuori?
G: Perchè c'è un altro appuntamento e
quindi non sa a che ora si
sbriga.
V: Lui, ha un altro appuntamento. Ho capito.
Senti una cosa. Digli che aspetta che sto arrivando......Ehi! lo voglio
salutare. Mi senti Gianfranco?
G: Si!...mi stava dicendo che potrebbe
pure rimanere...
V: Potrebbe pure rimanere?
G: Uhm!
V: Se lui rimane possiamo andarci a
prendere un boccone. ma una cosa così niente di informale.
G: No anche perchè non può fare tardi.
V: A loro gli prendiamo due cose al Mc
Donald e noi ci andiamo a
mangiare una cosa fuori
G: Va bene!
V: Ma anche un'insalata.....ah?
G: Va bene!....va bene ora mi organizzo in
questo modo. dai!
Omississ dalle ore 20:36:41 alle ore
20:38:24
a
cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine
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